domenica 20 febbraio 2011

Memorie III. Colme di Cassetti.

Memorie III.
Colme di Cassetti. 01


PERLE. PERLE DI SACRO. 01
Mi domandi quale sia ora lo stato del mio animo, ed io subito misuro l'insufficienza delle mie parole, questa sottile imperfezione per la quale quel che dico mi appare monco e povero al confronto di ci che provo. O forse avverto, inaspettatamente, il pudore delle parole. Io che per l'addietro ne ho abusato talmente, come sai, io che anzi ho tanto chiesto alla bellezza della forma, come se una parola ben scelta e collocata o una frase ben ornata bastassero a designare una verità, sento insorgere ormai in me una specie d'intimo divieto e quasi la paura d'assecondare un vecchio vizio se appena m'accorgo di compiacermi d'una cadenza o di cercare, mentre scrivo, un termine più eletto. (1)

PERLE. PERLE DI SACRO. 02
Così, puoi figurartelo, mi diventa impossibile addirittura scrivere. E spesso, ti confesso, mi scopro a domandarmi, con confusa riprovazione, se anche questo non sia un indizio della mia non ancora vinta presunzione di vecchio retore, questo pudore che insidia, o raffrena, l'abbondanza del cuore e il mio ormai stabile sentimento della verità: così stabile anzi, bada, così vigile ed esclusivo, che spesso mi domando se non sarebbe possibile arrivare ad esprimerlo con un'unica parola, ma una parola che fosse tutto, affermazione e invocazione, e slancio d'ardimento e bisogno d'annientamento, e certezza e orgoglio d'essere nella verità e trepida e umiliata implorazione di persistervi: una parola, voglio dire, in grado d'esprimere da sola, adunata in un suono, e fuori da ambiguità e sottili adombramenti... (1)

PERLE. PERLE DI SACRO. 03
O una parola, in altri termini, che sembri nata dal silenzio e sia capace di rinviare infiniti echi, come il silenzio. Ma anche questa, dirai tu, presunzione di vecchio retore, questa mia non vinta ancora fiducia nella parola, la speranza che essa arrivi a designare l'ineffabile. Hai ragione: vi scorgo anch'io un segno d'imperfezione (...)

Consentimi tuttavia d'insistere, sia pure per un breve istante. Ti rammenterai di com'ero io al tempo dei primi nostri incontri, allorchè tu incominciasti a prenderti cura di me per convertirmi: perduto per tanti anni dietro i libri dei pagani, innamorato dei filosofi, ammiravo il loro linguaggio ed ero orgoglioso d'imitarlo, compiacendomi anch'io di quella sorta d'irresolutezza della parola nella quale mi pareva consistere l'essenza del loro stile. (1)

PERLE. PERLE DI SACRO. 04
Ricordi certamente i miei scritti d'allora: moltiplicavo, sfaccettavo, iteravo i concetti, adunavo mille sensi intorno all'unico che volevo esprimere, non m'appagavo d'un'idea se non riuscivo a duplicarla in una verità se non riuscivo ad adombrarla. Intendo adesso in che sbagliavo; non era una verità. Era indifferente, in ogni caso, che io dicessi quella o un'altra. perciò che ora vorrei disporre d'un termine bastante a dire tutto, d'un suono, anzi, che arrivasse a esprimere il tutto. La Parola, l'avrai intuito. Ma era lì e l'ho trovata.
Stupito che fosse, in fondo, così semplice arrivarvi, rammaricato, riguardando indietro l'intero corso della mia vita, d'aver perduto tanti anni prima di riuscire a identificarla. Se venissi da me, la vedresti scritta per ogni parte, lungo i muri della mia cella e ovunque poso quotidianamente gli occhi, udresti quanto spesso la ripeto ad alta voce. (1)

(1) Paolo Settimio Secondo, monaco nel cenobio di Vivario, in Calabria, a Teodato, monaco nel monastero benedettino di San Paolo, a Roma (anno 600 d.C. circa), in Mario Pomilio, Il Quinto Evangelio, Milano, Rusconi, 1975, pp. 54-7.

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